POPOLO DELLA FAMIGLIA ALTERNATIVA ALLO STATUS QUO

3 Aprile 2016 Mario Adinolfi
immagine mancante
Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Ci chiedono perché non ci acconciamo a coalizioni varie, ad esempio a Roma con la Meloni. Come è noto ho personalmente simpatia per Giorgia (ne ho anche per altri candidati attualmente in campo) ma il nodo è politico. Fratelli d’Italia in Parlamento ha votato sì al divorzio breve con aulica dichiarazione in aula, alla presidenza della Repubblica ha candidato e votato un iscritto all’Arcigay, a Roma è alleato con la Lega che propone le case chiuse e il papponaggio di Stato mentre noi siamo con la lezione di don Benzi sulla prostituzione come schiavitù e sosteniamo il lavoro della comunità Giovanni XXIII. E al primo turno di un’elezione amministrativa si chiede ai cittadini il voto al progetto politico più prossimo alle proprie sensibilità. Noi ne offriamo uno distinto e distante dagli altri in campo.
Più in generale, il Popolo della Famiglia è nato per offrire un’alternativa nelle urne per chi ha sostenuto il Family Day e ritiene che i partiti dello status quo siano insufficienti a garantire quelle istanze. Chi è soddisfatto dello status quo, voti quei partiti. Chi vuole frantumare lo status quo voti Popolo della Famiglia, dopo aver letto i 26 punti di orientamento programmatico del movimento, dopo aver pesato il livello di ostilità che i candidati del Popolo della Famiglia suscitano nel mondo laicista e lgbt, dopo aver considerato che a Roma da mesi si discute solo di chi debba essere il candidato di una certa area in un perenne congresso del Movimento sociale italiano tra Gasparri che sta con Bertolaso, Augello che sta con Marchini, Larussa che sta con Meloni e Storace che sta con Storace, senza che si sia detta una parola sulle ragioni programmatiche che li differenzierebbero. Poiché alle guerre di potere tra correnti noi siamo disinteressati, poiché noi vogliamo parlare di obiezione di coscienza dei sindaci e dei consiglieri comunali sulle unioni civili, poiché noi ieri eravamo in riva al Tevere con cittadini e sacerdoti per dare fisico saluto ai bambini mai nati scaricati dagli ospedali della Capitale nel fiume della città, poiché le nostre priorità sono la natalità e la famiglia da sostenere anche con forti incentivi economici comunali con risorse da strappare al malgoverno della città, che ha coinvolto purtroppo in una lunga e recente fase anche Fratelli d’Italia così come il centrosinistra, poiché noi lo status quo vogliamo farlo saltare con un progetto nazionale che possa far ritornare i cattolici che non negoziano sui principi non negoziabili protagonisti della politica, poiché tra meno di un anno si voterà per le elezioni politiche e solo un Pdf forte potrà condizionare la diciottesima legislatura repubblicana e far sì che non sia quella in cui si approveranno legge Scalfarotto, divorzio lampo, eutanasia, droga libera e aborto senza limiti, allora dobbiamo chiedere per il Popolo della Famiglia il consenso nelle urne. Altrimenti ci teniamo questi partiti e questi politici, continueremo solo a perdere e giocare in difesa, ma poi non voglio ascoltare nessuna nenia e nessun lamento. Chesterton spiega che si grida prima che la ferita mortale sia inferta, altrimenti il grido oscilla tra l’inutilità e la stupidità.
Noi stiamo gridando, il Popolo della Famiglia grida, non è politicamente corretto, non è prudente e ha scelto di proporre al paese un’opzione netta. Perché di un’opzione netta questo paese ha disperato bisogno e noi che lo stiamo battendo palmo a palmo ci accorgiamo che ce n’è anche un’assordante richiesta. Rispettiamo le scelte di tutti, che sia rispettata la nostra: è compiuta con immensi sacrifici anche sul piano personale da parte di ogni singolo candidato. Che abbia il vostro voto e, in caso contrario (perché ogni altra scelta è ovviamente legittima), almeno la vostra simpatia.