LA SCORCIATOIA EUTANASICA DELL’INFERMIERA

31 Marzo 2016 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Hanno arrestato un’altra infermiera killer, non da decine di morti come quella di Lugo di Romagna, ma da appena tredici pazienti ammazzati in quel di Piombino. Vara una bella legge sull’eutanasia e saranno trasformate in benefattrici o “anticipatrici” di nuovi diritti civili di cui non vedevamo l’ora, il fantomatico diritto a morire che si trasformerà in diritto ad essere uccisi (o meglio dovere di morire). Ed ecco che salteranno su i soloni a volerci spiegare che l’eutanasia è la libera scelta di un paziente di essere aiutato a morire, cosa diversa è la soppressione del paziente da parte di medici o infermieri. Ma poi basta andare a vedere i dati nei paesi europei che dal 2001 hanno l’eutanasia come legge dello Stato, basta fare un viaggio in Belgio e Olanda. E si scoprirà che la commissione di controllo sull’applicazione dell’eutanasia ammette che la metà dei morti non ha firmato il modulo di autorizzazione alla soppressione, che i medici ora chiedono di essere loro a poter determinare autonomamente la scelta di sopprimere il paziente “che non può essere guarito” e, cosa ancora più grave, che sette dei dieci che firmano il modulo vengono soppressi per “grave disagio psicologico”, spesso un assenza di una patologia incurabile o invalidante. E’ noto universalmente il caso dei due gemelli belgi uccisi nel 2013 perché “forse diventavano ciechi”. Date una legge sull’eutanasia all’Italia e negli ospedali sarà mattanza.