RINGRAZIAMENTI, RISPOSTE, PREGHIERE

3 Marzo 2016 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

La decisione di annunciare con Gianfranco Amato attraverso le colonne de La Croce la nascita del Popolo della Famiglia, di presentarne il logo, di indicare l’obiettivo elettorale posto alle amministrative prossime di primavera, per non disperdere e saper misurare anche in termini reali di consenso il valore della mobilitazione per il Family Day in poche ore ha alzato una vera e propria marea umana di reazioni. Bene, l’auspicavamo ma non era del tutto prevedibile questa attenzione a una mossa complessa e per alcuni inaspettata.
Il primo passaggio necessario è ora quello dei ringraziamenti. Quando una email appena creata (è popolodellafamiglia@gmail.com dove ci si può segnalare come sostenitori, firmatari, candidati delle liste PDF) riceve quasi cinquemila messaggi in dieci ore, vuol dire che è avvenuto davvero qualcosa di straordinario. Sorprendentemente nella valanga di affetto e disponibilità offerte alla causa, si è distinta una sola lettera di insulti (“fate vomitare” e altre piacevolezze). Abituati come siamo all’intensità e al numero di offese che quotidianamente da queste parti si ricevono, poter contare su cinquemila messaggi di sostenitori e una sola missiva volgare, è stato davvero una carezza all’anima. E allora grazie e continuate a scriverci e lo staff PDF vi contatterà uno per uno dopo aver inviato una risposta per completare le informazioni necessarie a costruire una mappatura di coloro che supportano il varo di liste del Popolo della Famiglia in ogni comune del Paese in cui a giugno si voterà. Un popolo si è davvero messo in cammino, gratuitamente, dopo aver chiesto insistentemente che qualcuno si assumesse la responsabilità di rompere un immobilismo forse persino comprensibile dopo lo choc per il voltafaccia dei senatori “cattolici” il 25 febbraio al Senato sul ddl Cirinnà trasformato in maxiemendamento governativo e votato con tanto di fiducia. Grazie a chi ha compreso la fatica della decisione e si è subito generosamente detto disponibile a dare una mano. Grazie anche ai tanti intellettuali, da Marcello Veneziani a Fabio Torriero a tanti docenti universitari che mi hanno contattato privatamente mettendosi a disposizione di un luogo di elaborazione “alta” per il PDF, di cui certamente ci sarà bisogno.
Dai ringraziamenti è necessario passare alle risposte. L’annuncio della nascita del Popolo della Famiglia, la sua intenzione di strutturarsi in movimento per la raccolta di consenso, ha provocato una dialettica che era anch’essa auspicata ma non del tutto prevista. Si va dall’Espresso sorpreso perché abbiamo chiesto “l’aiuto di Dio” fino a Tempi che con Luigi Amicone considera in sostanza errata la scelta di sottoporsi al giudizio degli elettori. A coloro che nel mondo del web chiameremmo semplicemente “haters” e che nel settimanale di De Benedetti trova un’espressione autorevole, rispondiamo che senza l’aiuto di Dio saremmo destinati al fallimento certo. Noi offriamo cinque pani e due pesci, poi chiediamo il miracolo. Alla presentazione delle liste mancano sessantotto giorni e davvero solo un miracolo può farci fare tutto e tutto bene. Ma allo stesso tempo, era necessario compiere quest’atto di fede. E qui c’è anche parte della risposta al mio stimatissimo collega Luigi Amicone, oltre che ad altri amici preoccupati con alcuni dei quali abbiamo condiviso un segmento di strada che ci ha portato insieme a piazza San Giovanni prima e al Circo Massimo poi. Non c’era più tempo. La settimana successiva al tradimento dei senatori “cattolici” sul maxiemendamento delle unioni civili è stata infarcito di Consiglio d’Europa che pretende 24 ore dopo che l’Italia si “allinei alle normative degli altri paesi che riconoscono le unioni omosessuali” con i relativi diritti di filiazione, un weekend passato ad avere al centro dell’agenda l’utero affittato da Nichi Vendola, il lunedì con la legge sulle “adozioni per tutti” di Boschi-Serracchiani, il martedì con l’iter parlamentare del divorzio lampo perché il divorzio breve già non basta più, il mercoledì con i titoli dei giornali sulla stepchild adoption incrociata garantita dal tribunale dei minori di Roma a una coppia lesbica e il giovedì con le commissioni Affari Sociali e Giustizia della Camera che incardinano la legge sull’eutanasia. Vi risparmio Saviano che chiede all’intergruppo parlamentare di supporto alle sue fissazioni di varare la legge sulla droga libera. Sette giorni. Una settimana dopo il cedimento di due leader “cattolici” sul ddl Cirinnà che è diventato il ddl Renzi-Alfano, ecco a che punto eravamo già arrivati. E allora, caro Amicone, è necessario che si sappia che alcune rendite di posizione ora non possono che andare in crisi. Che sui principi non negoziabili non si negozia, altrimenti si paga in termini politici. Il Popolo della Famiglia è il conto presentato a chi ha tradito. E l’inizio di un necessario percorso futuro, perché di futuro ora c’è disperato bisogno in questo dannato paese che muore anziché (ri)nascere e l’osservazione non è solo legata ai dati demografici (drammatici) forniti recentemente dall’Istat.
Dopo i ringraziamenti e le risposte, chiudo con le preghiere. A tutti, di alimentare il meno possibile un clima polemico, non serve a nessuno. Lo dico in primis a chi ci sostiene: andate al confronto con il sorriso e aperti al dialogo. Poi vi prego di pregare. Abbiamo avviato in tutta Italia, al fianco della mobilitazione per la costituzione delle liste, centri di preghiera che ci sostengano nella fatica e chiedano il necessario miracolo. Noi sappiamo di essere servi inutili, sappiamo di essere davanti a Golia e alla sua gigantesca armatura solo con un sasso e una fionda. Ma il sasso l’abbiamo scelto con cura e abbiamo qualche abilità nel mirare. Ora Dio guidi il nostro lancio, corregga la traiettoria o ci incenerisca all’istante se quel che stiamo facendo è male. Umilmente, cari fratelli e care sorelle, il Popolo della Famiglia è consegnato nelle vostre mani e alle vostre preghiere.