I FATTI E L’UNICA OPZIONE

13 Agosto 2022 Mario Adinolfi
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APLI

A me dispiace che alcuni pro-life soffrano il fatto di non essere in grado di fare nulla oltre le chiacchiere e per questo ce l’abbiano con noi che invece da anni testardamente operiamo tenendo aperto uno spazio politico che potrebbe essere di tutti. Restano i fatti. Pd, M5S e Calenda-Renzi sono per unioni gay, aborto, eutanasia. Lupi è stato decisivo per far approvare la legge Cirinnà (“una legge equilibrata” disse dopo aver fatto passerella ai Family Day), Toti è esplicitamente abortista, Cesa è Cesa (quello delle “due valigie di tangenti”). Forza Italia ai temi etici è indifferente e tende ad aiutare le sinistre con i voti decisivi per far passare le peggiori leggi. Nella Lega Zaia è esplicitamente pro-eutanasia e per Salvini “sull’aborto decidono le donne”. Per Giorgia Meloni “nessuno vuole toccare la 194” e per farcelo capire meglio candida il pannelliano atlantista Giulio Terzi dopo aver rinnegato insieme alle sue radici anche il discorso andaluso (“quando mi sono rivista non mi sono piaciuta”) perché alcuni non perderanno mai il complesso di inferiorità che li conduce a voler somigliare alle sinistre per farsi accettare (e allora sì al riarmo, sì a Biden, sì al sostegno a Zelensky contro la Russia, sì alla Ue genderista e abortista, allora tanto vale votare direttamente Letta). Questi sono tutti fatti. Ora, al netto delle antipatie per Alternativa per l’Italia o di quelle personali nei miei confronti, i fatti dicono anche che se credi che esistano principi che in politica non si possono negoziare, se (come scrive oggi Repubblica) sei contro l’aborto o per il quoziente familiare e la libertà scolastica e magari sei pure tra quelli che non accettano il triste “dagli al fascista” ma pretendi un vero approfondimento storico sulle ragioni del vasto e pluridecennale consenso degli italiani verso il fascismo, se credi che la tua fede cristiana debba guidarti anche in politica verso scelte conseguenti e poco importa se in questo momento il consenso è grande o piccolo perché sei disposto anche a prendere zero voti piuttosto che ad arretrare dalla battaglia per aprire alle conseguenze della fede uno spazio politico, se sei tra coloro che domenica 25 settembre andrà a Messa e poi cercherai al seggio una opzione coerente con i valori lì proclamati, beh allora non devo spiegarti io qual è l’unico voto possibile. Lo sai già. E lo so che per qualcuno è insopportabile dover ammettere che i soli ad essere riusciti a fare qualcosa di concreto sul terreno della politica siamo noi. Ma se questo qualcuno è persona seria e di retta coscienza deve superare l’irrazionale astio livoroso e votare l’unica opzione presente sulla scheda elettorale. Anzi, prima deve correre ai banchetti (scrivete nei commenti per chiedere dove firmare, vi darò immediate informazioni per i referenti da contattare) e poi, col sorriso di chi s’è liberato di stupidi rancori personali, fare una croce sul simbolo di Alternativa per l’Italia. Perché il nostro primo manifesto disegnato da Simone Di Stefano aveva solo due parole: deve nascere. E il nostro ultimo pensiero quando chiuderemo questa faticosissima, impensabile, dispendiosissima campagna elettorale sarà fatto di tre parole: non deve morire. Non deve morire lo spazio politico resistenziale di chi difende la vita, gli ultimi e i penultimi, per ragioni che non sono solo materiali ma anche profondamente spirituali e dunque intensamente umane.