Intervento di apertura assemblea nazionale 11 e 12 dicembre Pomezia
Il mio benvenuto agli amici all’Assemblea del Popolo della Famiglia Pomezia grazie di essere qui oggi.
Grazie perché nonostante sono state poche le occasioni per incontrarci, per guardarci negli occhi, per confrontarci apertamente, per stare assieme, per fare festa oggi con la nostra assemblea nazionale esprimiamo la piena partecipazione alla vita politica del nostro partito.
Grazie per ascoltare le nostre proposte e condividere le nostre speranze.
Siamo in un tempo di sbandamento.
Siamo in un tempo i cui grandi assenti nel dibattito politico corrente sono i valori. La politica deve riconoscere, rispettare e promuovere i valori umani essenziali e deve lasciarsi guidare dalla legge morale; deve ispirarsi, nel suo operare, a valori morali, valori propri della comunità sociale, senza i quali anche la più perfetta delle democrazie fallisce. Infatti la democrazia è fondamentalmente un ordinamento e, come tale, è uno strumento, non un fine. La democrazia o è etica o non è niente.
Bisogna puntare all’onestà. Avere degli obiettivi chiari.
Perché siamo qui? perché dobbiamo continuare a fare esperienza nella nostra vita che solo ed esclusivamente con il Popolo Della Famiglia possiamo far chiarezza che in questa nostra realtà, chiamata Italia, dove non c’è più nulla, non c’è lealtà, non c’è passione, non c’è amore, non c’è addirittura: un padre e una madre, maschio o femmina, dove non c’è più rispetto per la religione.
Siamo in un tempo dove il verbo “eliminare” fa da padrone.
È necessario essere forti e continuare la “buona battaglia”.
Ormai si parla sempre delle stesse cose. Ci sono sempre gli stessi problemi irrisolti. Ora ci proviamo noi ad essere cambiamento attraverso la nostra candidatura politica, senza padrini né padroni, che vuole parlare a tutti, innanzitutto ai cittadini.
Dobbiamo continuare ad essere fieri del lavoro fatto.
Dobbiamo continuare a pensare, che a noi spetta il compito di costruire la nuova stagione dell’impegno politico ripartendo dalla famiglia come stella polare e come unica alternativa possibile alle nuove tendenze politiche.
Dobbiamo continuare a dare una lettura politica e culturale all’altezza del tempo che stiamo vivendo.
Dobbiamo continuare a investire davvero sui territori e sulla partecipazione diretta della nostra comunità alle principali scelte politiche da compiere, rilanciando il tesseramento, aprendo circoli a tutti quelli che vogliono darci una mano e partecipare.
Per un’idea di cambiamento utile.
Oggi siamo chiamati al fare. Come ogni forma di servizio, il fare politica va portata avanti anche quando regala irriconoscenza e persecuzioni. In quanto vocazione, è una strada che può avvicinarci a Dio e alimentare la nostra sete di infinito. Il cristiano che fa politica, nel vivere la propria vocazione, dà un senso alla propria vita e lavora per dare un senso anche alla vita degli altri, creando strutture di giustizia, favorendo la coesione sociale e i legami di comunità, lottando per difendere e promuovere una vita degna per i bambini, per i poveri e per gli ultimi.
La vita politica ha bisogno di valori da conoscere, da confrontare, da assimilare e allora non c’è il dovere la responsabilità per ogni persona di operare apertamente, senza timore e con piena consapevolezza, a tutti i livelli, quindi anche a livello politico organizzato affinché i valori in cui crede diventino i principi fondamentali della società, capaci di dare realmente completezza e felicità alla propria comunità e all’intera umanità.
Nulla è più soddisfacente della consapevolezza di essere, assieme, una squadra sempre più unita e determinata in promozione dei valori inossidabili di partecipazione alla vita politica e democratica del nostro amato paese e di promozione e difesa dei principi non negoziabili, fondati sul primario e insindacabile rispetto della persona umana e della sua piena e incondizionata dignità oggi vilmente attaccata.
L’identità di una società si plasma anche così, tramite la somma di tante scelte individuali che diventano collettive e possono essere animate da un’attenzione comunitaria.
La storia può essere una bussola che aiuta a scegliere verso quale direzione camminare. Bisogna recuperare gli ideali della Costituzione ed il valore della solidarietà, ma soprattutto l’entusiasmo dei giovani per la democrazia.
“C’è chi pensa che la politica sia un’arte che si apprende senza preparazione, si esercita senza competenze, si attua con furberia. E anche opinione diffusa che alla politica non si applichi la morale comune, e si parla spesso di due morali, quella dei rapporti privati, e l’altra (che non sarebbe morale né moralizzabile) della vita pubblica. Ma la mia esperienza, lunga e penosa, mi fa concepire la politica come statura di eticità, ispirata all’amore del prossimo, resa nobile dalla finalità del bene comune” (don Luigi Sturzo)
Noi possiamo fare la differenza.
Continuiamo a donare incondizionatamente le nostre capacità, il nostro essere, le nostre idee alla buona battaglia.