Elezioni Roma: intervista a Fabiola Cenciotti, candidata a sindaca con Il Popolo della Famiglia

21 Settembre 2021 Roma Today
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Circoli, Lazio

La famiglia al centro, della vita pubblica così come nell’agenda della Capitale. È il manifesto del Popolo della Famiglia, partito fondato da Mario Adinolfi, che per le elezioni amministrative di Roma ha scelto di presentare al Campidoglio Fabiola Cenciotti.

“Pilota, donna e madre”, Cenciotti ha 51 anni, è sposata e ha due figlie di 7 e 9 anni, ma la sua vocazione politica inizia però molto presto, prima di quella da genitore. Alla fine degli anni 80′ partecipa infatti al movimento giovanile della Democrazia Cristiana, dove conosce Adinolfi. Nel 92′, mentre scoppia lo scandalo Mani Pulite, che segna il passaggio tra Prima e Seconda Republica, continua il suo percorso politico dando addito alla richiesta di Francesco Cossiga di creare un contenitore politico di centro di ispirazione popolare, per poi impegnarsi nell’Udr con lui e Clemente Mastella. Nel 97′ Fabiola Cenciotti si candida poi nella ex circoscrizione del XI Municipio.

“La politica per me è un impegno, non un mestiere, riguarda chiunque voglia dedicarsi agli interessi generali della comunità”, afferma la candidata a Sindaca di Roma. Dal 2011 lavora in Alitalia, dove è comandante pilota di Airbus con oltre 6.500 ore di volo.

Dopo due anni di pandemia, cosa propone come candidata del Popolo della Famiglia su Roma?

“Il mio interesse primario è dare centralità alla famiglia. Per questo appena sarò eletta Sindaca varerò il reddito di maternità, per aiutare tutte le donne che hanno figli. È il metodo con cui puntiamo a far tornare le culle piene, con un mio no deciso alla denatalità. La famiglia per me non rappresenta solo un nucleo familiare, ma un modello societario, all’interno del quale c’è un intero sistema valoriale, dove la famiglia rappresenta la soluzione ai principali problemi delle città. Per questo promuoviamo politiche di stabilità forti, al servizio dei cittadini”

E basta un assegno a sostenere le tante donne e madri in questo momento storico?

“Ovviamente il bonus bebé è solo uno dei tanti strumenti assistenziali a cui le donne possono oggi ricorrere, il contributo di 2.500 euro netti è un augurio di benvenuto ai nuovi nati in un momento in cui c’è un drastico calo delle nascite, per incoraggiare i genitori. Basterebbe così poco a istituirlo, il reddito di maternità è depositato alla Camera dei deputati già dal 2019, con 1.000 euro al netto della pressione fiscale, per tutte le mamme che vogliano dedicarsi alla crescita dei propri figli”

Ma se la mamma volesse dedicarsi parallelamente a figli e carriera? È inclusa nel provvedimento?

“La nostra è una misura dedicata alle mamme che si dedichino completamente ai figli, per le altre situazioni ci sono tanti altri ammortizzatori sociali. Inoltre, nel caso si parlasse di figli con disabilità, la nostra proposta prevede un contributo vitalizio ai genitori”

Lei però rappresenta l’immagine di una donna che concilia lavoro e famiglia, così come la Sindaca Raggi. Quali sono i limiti che ha riscontrato fino a oggi nell’amministrazione capitolina? È d’accordo con la Sindaca sul tentativo di semplificare la burocrazia degli uffici capitolini, per esempio?

“Il passaggio alla digitalizzazione è una decisione che spetta al Governo nazionale, non alle amministrazioni locali. Anche l’utilizzo dei fondi del Next Generation UE non rientra tra le manovre che la Sindaca può decidere in autonomia, perché sono strategie con una paternità precisa, a firma Mario Draghi, che io sposo appieno”

Però molte delle risorse del Next Generation Ue impatteranno anche su Roma, in particolare sulla mobilità. Per esempio non ci saranno grandi investimenti sulle metropolitane, tramvie e le ferrovie suburbane nelle città. È favorevole a questo punto a una privatizzazione o a subappaltare i trasporti a Roma?

“Oggi i i trasporti sono inefficienti e inadeguati, soprattutto nelle periferie, le più penalizzate. Sui trasporti parlo per esperienza perché vengo da un’azienda in parte privatizzata, per cui è fondamentale implementare soprattutto quelle aree delle città che collegano l’hinterland al centro di Roma, con un’attenzione particolare ai cittadini disabili. La sfida è decongestionare l’anello urbano, per una città a dimensione famiglia ed evitare che Roma diventi una giungla a quattro ruote”

Lei ha un’attenzione particolare per la disabilità, come rendere oggi Roma una città a misura disabili?

“Partirei abbattendo tutte le barriere architettoniche che creano disagi ai cittadini e rendendo la mobilità a portata delle famiglia, con banchine ad altezza delle stazioni ferroviarie. Dobbiamo poi implementare tutte le reti stradali dei trasporti, aumentare il numero dei parcheggi disabili e insistere sulla realizzazione di adeguate pedane ferroviarie”.

Una città che oggi è una sfida per le famiglie anche sul decoro urbano, si pensi ai parchi e alle verdi. Se fosse eletta Sindaca, come gestirebbe la questione rifiuti?

“Sono per il sì ai termovalorizzatori, così come all’ottimizzazione dell’intero processo di riconversione dei rifiuti. È un argomento che approcceremmo ovviamente con una sua scientificità, con uno studio di fattibilità che ci permetta di individuare gli impianti per lo smaltimento e dove, come e perché trattarli, per poi recuperarli. In questo modo il rifiuto si trasforma da indicizzazione di costo a risorsa economica, con i giusti modelli educativi e culturali, certo, insieme ad adeguati controlli su chi non effettura la raccolta correttamente. Il romano, di base abusa dei metodi punitivi quando si parla di gettare i rifiuti, ma bisogna aiutarlo a cambiare atteggiamento”

Quali sono gli step necessari per permettere una ripresa della Città a livello di iniziative culturali, sportive, grandi eventi e nell’attrazione di investimenti?

“Il turismo rappresenta oggi il 7% del PIL, io stessa faccio parte dell’indotto del turismo. Oggi la piccola e media impresa ha invece livelli occupazionali pari a 0, i ristori di Conte non sono bastati e c’è una precarietà apocalittica a Roma. Chiediamo perciò il credito d’imposta per prorogare gli affitti di tanti esercenti in difficoltà, la defiscalizzazione totale per le famiglie almeno per un biennio, per un’inizione di ossigeno e denaro, soprattutto per gli agenti di vaggio e i ristoratori”

Dopo due anni di pandemia, come giudica il piano di emergenza sanitaria messo in atto da Regione e Ministero? È​ un modello adeguato per Roma?

“La pandemia ha fatto emergere il ruolo fondamentale delle famiglie, che si sono adeguate ai tempi domestici e lavorativi, soprattutto se presenti dei parenti disabili. una delle principali difficoltà emerse in questi mesi riguarda l’assistenza diretta, che è stata cancellata dal decreto legge 2016. Oggi ogni singola Regione si avoca l’arbitrio di gestire i criteri dei contributi sanitari anche sui portatori di handicap, creando dei mostri geografici dove solo il 10% dei servizi viene destinato realmente all’utente finale. A Roma, nella mia città, voglio restituire ai cittadini l’assistenza diretta, verificando l’effettivo stato dei pazienti con la 104 e chi ha realmente bisogno di un’assistenza medica. Ripatrocinare l’assistenza diretta per l’utente finale permetterebbe alle persone o alle loro famiglie di gestire in completa autonomia il contributo”

Perché i cittadini romani dovrebbero votarla?

“Il Popolo della famiglia pone al centro del proprio agire politico il nucleo famigliare e la vita che ruota intorno a esso. Il nostro è un no alla denatalità per contrastare la piaga dell’aborto, ci opponiamo alle culle vuote con il reddito di maternità, con una gestione diversa della città in termini di ordine pubblico e sicurezza. Tra i nostri propositi, vogliamo stoppare il flusso di droghe nei luoghi della movida potenziando il coordinamento con la Polizia locale e i Vigili del fuoco, presidiare le piazze e installando anche dei sistemi di emergenza a Trastevere, Campo dei Fiori e Ponte Milvio. Più di tutto ci interessa offrire sostegno alle giovani coppie, riparametrando i criteri isee, alleggerendo le addizionali comunali o cancellandole per le famigle monoreddito con almeno 3 figli. Il nostro è un inno alla vita, iniziamo col bonus bebè per spingerci fino al nostro no all’eutanasia. La vita non ha bisogno di politiche mortifere, ma di cure, come dice il Santo Padre”.

Fonte: Roma Today