“La partoriente aveva deciso all’ultimo di tenere il bambino per sé”. Repubblica scrive proprio così. A luglio una mamma si era permessa di far nascere e non cedere il figlio al politico dem in auge e ovviamente gay. Immediatamente Repubblica la declassa a “partoriente” indecisa ed egoista. Il 17 agosto invece lo scippo riesce, i due gemellini neonati vengono strappati al seno materno con tutto il carico di devastante dolore che questa violenza comporta, il politico gay può farsi le foto col “marito” per far sì che Repubblica e tutti i giornali del mondo scrivano che “il tabù” è stato rotto. Finalmente un potente ha rubato i figli a una povera donna e li ha privati del diritto ad avere una mamma, in nome del suo desiderio di essere papà con la prepotenza trasformata in diritto. Solo chi ha figli sa il trauma che l’allontanamento neonatale dalla mamma comporta. Ma che problema c’è, basta chiamarla “partoriente” e farla sparire dalla foto, poi costruire la narrazione dei “due papà” e del tabù rotto. Noi continueremo in maniera estenuante a batterci affinché questo orrore violento nei confronti dei bambini e delle madri in Italia non possa essere mai perpetrato. E a spiegare la neolingua con cui loro provano a rendere accettabile l’oltraggio ai più deboli della terra: i neonati che cercano il naturale conforto materno che viene loro negato da potenti, ricchi e arroganti appartenenti alla lobby più violenta del mondo.