Contro le firme per l’eutanasia

29 Luglio 2021 Fabio Antonazzi
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La Croce Quotidiano

Durante la prima feroce ondata pandemica suscitò una levata di scudi generale nella bergamasca l’esposizione lungo le strade provinciali di grossi cartelloni pubblicitari con tanto di bara stilizzata e crisantemi di contorno. Erano manifesti promozionali di ditte che si occupano di onoranze funebri, e in un periodo in cui i guadagni si prospettavano incredibilmente lauti non esitarono un attimo a fare gli sciacalli sul corpo ancora caldo delle vittime.
Le gigantografie belle nitide non lasciavano trasparire alcun dubbio e stabilivano in anticipo già il prezzo, tutto compreso, per procedere al funerale e alla tumulazione del caro estinto. Un all inclusive, per dirla all’inglese, con biglietto di andata senza ritorno. Davvero una trovata di cattivo gusto e l’indignazione fu colossale in quel lugubre periodo. Ricordo bene che la stampa locale ne parlò a tal punto, e lo scandalo fu talmente grosso, che alla fine queste macabre trovate pubblicitarie furono rimosse.
Non ho sentito un filo di voce invece levarsi contro i becchini ambulanti che raccolgono in questi mesi firme per la proposta di legge sull’eutanasia. Magari il paragone sarà anche azzardato, ma ritengo che comunque sempre profeti di sventura da stigmatizzare restano. Intanto si sono fatti fare persino una bella foto in primo piano in spiaggia, con tanto di maglietta espositiva. Macabri e meschini. Hanno scelto anche l’inno ufficiale, che non è chiaramente un requiem ma la canzone “Vivere” del Blasco nazionale. Ironia raccapricciante davvero. Da un lato c’è poco da stupirsi visti i personaggi, il loro naturale sbocco è la cultura della morte e per essa combattono ogni santo giorno. Mi fa riflettere invece che per qualcuno, certi cattolici compresi, siano degli specie di eroi, i nuovi Superman del XXI secolo. Sicuramente se avessi qualche problema sarebbero gli ultimi a cui mi rivolgerei, Dio me ne scampi.
Sento già in sottofondo l’osservazione principale che ti muovono gli esponenti radicali per la questione sopra esposta: “Tu credente puoi pensarla come vuoi, io non voglio soffrire, se sono legato ad una macchina e ritengo la mia vita non dignitosa, preferisco l’eutanasia” E subito di seguito un altro appunto: “ Non puoi costringere qualcuno a vivere per forza mantenendolo in vita contro la sua volontà debitamente espressa a suo tempo” Già il dover rispondere in continuazione a queste osservazioni ossessive fa cadere la braccia e mi dimostra ancora una volta di come sia caduta in basso la civiltà contemporanea. Viviamo fortunosamente in un epoca con un infinità di cure palliative, che un tempo gli uomini si sognavano, si studia per dare sostegno al malato in ogni sua patologia, dalla più grande alla più piccola, la tecnologia chirurgica è arrivata a vette incredibili, eppure già ora in molti sarebbero disposti a firmare in anticipo la proposta dei becchini.
I più grandi scienziati e musicisti che la storia recente ci ha fatto conoscere avevano tutti dei gravi handicap neuro fisiologici. Se i loro genitori avessero seguito il consiglio degli “efficientisti” del giorno d’oggi sarebbero stati abortiti prima di nascere e a quest’ora l’umanità mancherebbe di immense conquiste nel campo scientifico e musicale. E mi limito solo a portare due categorie come esempio, ma ve ne sarebbero un infinità. Dalle mie parti una giovane ragazzina rimasta paralizzata causa una caduta dall’autobus si è rimessa a camminare dopo un prodigioso intervento chirurgico in America.
Presto racconteremo la sua storia, ma ciò è uno dei tanti esempi su come sia utile investire sulla ricerca, non in disgustosi referendum o in viaggi in Svizzera nelle cliniche della “dolce” morte. Questi nazisti in guanti bianchi stanno compiendo un eccidio silenzioso e vorrebbero persino l’applauso a scena aperta. Inculcano nella mente della gente l’idea che la vita in certe situazioni non merita di essere portata avanti. Infami. Il loro buonismo apparente verso il sofferente è una finizione colossale e puzza alla grande di zolfo. Fanno quasi sentire in colpa il malato, anziché aiutarlo realmente a portare la croce, e questo mi fa imbestialire parecchio.
Sono amico di un sacco di ragazzi con la SLA. Come fai a non dare speranza a persone simili? Già la loro prospettiva di vita si è allungata parecchio negli ultimi anni ed in futuro presto si troverà una cura, ne sono certo. Perché inculcargli nella mente l’idea che sono un peso per la società e per la loro famiglia? Infami (2). Ogni persona è unica ed irripetibile, preziosa in ogni sua fase della vita. Questo andrebbe insegnato nelle scuole di ogni grado, e invece sponsorizzano il gender. Non lasciatevi rubare la speranza ci diceva Giovanni Polo II, purtroppo molti se la sono fatta fregare correndo dietro alle paure sapientemente inculcate nella mente dai becchini.
Come potete notare non sto parlando di fede, mi limito alla razionalità laica senza toccare nessun credo religioso. Che poi la Chiesa “ami” la sofferenza, e sia favorevole affinché non si lenisca, è una bufala colossale, uno dei tanti falsi storici costruito ad arte dai suoi nemici. La terapia del dolore è approvata in toto dal catechismo cattolico, il precedente Vescovo di Bergamo stesso ne ha fatto uso negli ultimi dolorosissimi momenti della sua vita. Il cristiano non è un sadomasochista per eccellenza, certamente sa che da un male apparente è nato un qualcosa d eterno, ma non si incaponisce su di esso esaltandolo a priori.
Se alcuni santi hanno superato dolori fisici indicibili, o hanno fatto rinunce sovrumane (vedi pastorelli di Fatima per esempio) è per grazia divina ricevuta e corrisposta, non certo per propri meriti umani. La vita è un dono meraviglioso che abbiamo ricevuto gratuitamente. Per chi crede veniamo da Dio e a Dio torniamo, per gli agnostici o gli atei veniamo dai nostri genitori e basta. Siamo comunque frutto dell’amore per entrambe le visioni e su questo penso siamo tutti d’accordo. Mi rendo conto che possono arrivare momenti terribili e certe condizioni esistenziali sembrano un supplizio sconcertante ed inaccettabile.
Quanto bisogno c’è di empatia e solidarietà in quei frangenti, la solitudine ti distrugge e i buoni cirenei invece sono sempre oltremodo graditi. Tutti siamo chiamati a farci carico delle sofferenze altrui, aiutare il prossimo fa bene innanzitutto a noi stessi e ci rende veramente umani. Il momento della salita al calvario carichi della Croce è dolorosissimo, inutili fare gli eroi perchè il figlio di Dio stesso è crollato per ben tre volte sotto il pesante carico del legno. In quei momenti però ritengo che vorrei avere al mio fianco tutti tranne i Dottor Mengele attuali. Questi più che porgerti una spugna imbevuta di aceto ti offrirebbero direttamente un dolcetto col cianuro o una randellata sulla testa. Grazie tante ma non abbiamo proprio bisogno di lupi travestiti da agnello che si spacciano persino da samaritani. Dalle loro grinfie meglio circolare alla larga perché certamente ti pagherebbero l’alloggio con vitto ma il loro obbiettivo non è la guarigione, o l’accompagnamento del moribondo, ma la sua soppressione immediata. Così magari fanno risparmiare la sanità pubbica…
Per la vostra raccolta firme cari becchini vi do un consiglio pratico: girate direttamente con un carro funebre nel vostro tour per l’Italia. So che costa un po’ cara come autovettura, ma adesso che siete stati rimpolpati finanziariamente dai pro-gender ve lo potete permettere dai. Non fate i pidocchi, i soci di maggioranza della vostra società sono aumentati a dismisura, potete accollarvi certe ingenti spese. Del resto è proprio vero il detto che Dio li fa e poi li accoppia, il gatto e la volpe non potevano operare separati nel cercare di ingannare più pinocchi possibili. Vi do un ulteriore consiglio carissimi: dei begli annunci funebri già prestampati da fare visionare ai vostri firmatari. Così scelgono già in anticipo quello che gli aggrada di più, no? Non siete per la libera scelta voi? Un ultimissima cosa ho da dirvi: non abbiatene a male ma sono dall’altra parte della barricata, ho scelto volontariamente di combattervi. Io sto con la cultura della vita, in guerra aspra con le orripilanti tesi che proponete. Le vostre lusinghe non mi attirano, le vostre minacce non mi spaventano, se la grazia persiste, e saprò corrispondervi, so già che vi combatterò sino a che avrò fiato in corpo. Ma paradossalmente il mio impegno non è contro di voi, ma anche soprattutto per voi e per chi cercate di ingannare. Per fare questo però necessito di qualcuno in Alto che mi rischiari e mi aiuti. Cerco quella luce che non risplende affatto per se stessa ma per illuminare le tenebre. Ed io voglio seguire questo sole, aborrisco le oscurità che suggerite. Faccio tesoro di quanto dice il prologo del Vangelo di Giovanni: “In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini, la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” Perciò continuo nella battaglia.