PdF: “basta poltrone, pensiamo alla città”

27 Gennaio 2019 Nicola di Matteo
immagine mancante
Il Popolo della Famiglia, Nicola di Matteo

Il gotha del Popolo della famiglia scende in campo e di fronte al ‘marasma-Gela’ che si registra nel dibattito politico che non trova una sintesi perché tutti voglio diventare sindaci e nessuno fa un passo indietro, vuole dire la sua. La proposta è quella di lasciare da parte i personalismi, le imposizioni antidemocratiche e pensare alla città. Con i progetti, con la voglia di dare un contributo oggettivo. Per il bene di una città distrutta dove ancora ci si riunisce per parlare di ‘posti’ e non di servizi.

“ A pochi mesi dalle elezioni si assiste solo ad una clima litigioso che non lascia spazio alle esigenze della città. Basta pensare alle poltrone, pensiamo alla città! Noi vogliamo parlare con i movimenti moderati ma per condividere un progetto  secondo i nostri principi e non certo per occupare i posti di comando – dice il coordinatore nazionale e vice segretario Nicola  Di Matteo –  Abbiamo proposto azioni concrete per cambiare questa società dalle fondamenta, come l’assegno di cittadinanza porta ad oziare e non è produttivo né educativo. Il reddito di maternità porta invece a favorire la natalità e si minano le condizioni generali  welfere che finora ci ha permesso di avere l’istruzione e la sanità gratuite.  Il nostro movimento nasce per servire e per questo obiettivo deve spendersi per il bene comune per questo principio fondamentale che muove il nostro organismo politico. Veniamo contattati in quanto movimento nuovo che può rappresentare l’ago della bilancia . Abbiamo convenuto un’alleanza con la Lega ma parliamo anche con gli altri movimenti per condividere obiettivi. Gela è una grande macchia che va risanata quindi o prendiamo in mano la situazione in maniera concreta o non si può andare avanti. Andare ad occupare poltrone per scopi personali non serve all’obiettivo, mettere  su baracconi per fare presenza non serve; al contrario significa distruggere Gela ed abbiamo constata quanto è stata abbandonata. Cosa ha fatto la politica finora per servire la città? Per offrire i servizi, cosa? Ma questa Sicilia interessa a qualcuno? A noi interessano i fatti per la gente. A che serve essere onorevole se non si producono fatti? A Gela serve la sicurezza: ho visto giovani a briglia sciolta, eppure ci sono tante bellezze storiche e naturali. Non si può fare politica e lasciare che tutto scorra così eppure ammantarsi del titolo di rappresentante politico. E invece purtroppo la politica si nutre di clientelismo. La sicurezza si assicura impegnandosi contro il sistema malavitoso senza avere paura: o siamo nati per morire in croce o non si fa politica. Senza mezze misure. Anche sul tema dell’immigrazione la longa manus della mafia ha allungato i suoi tentacoli e su questo dobbiamo lavorare”.  “Il dissesto politico preoccupa non poco il PdF – aggiunge il rappresentante nazionale Emanuele Zappulla – e nonostante le queste difficoltà , ci sono tanti partiti che potrebbero convergere su un unico nome e invece si assiste e si perde tempo con i soliti sistemi delle vecchie logiche in cui ognuno propone sé stesso. I nomi spendibili ci sono ma si deve convergere su un unico progetto. E invece  tutto viene bloccato da imposizioni antidemocratiche che arrivano dalle stesse persone che da 20 anni tentano di manovrare le sorti della politica e della città per fini personali “.