IL POPOLO DELLA FAMIGLIA FA SUL SERIO

30 Dicembre 2017 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Chi ha fatto i conti ha sentenziato: 504 rappresentanti territoriali presenti dalla provincia di Bolzano a quella di Siracusa. Il Popolo della Famiglia con i suoi delegati provenienti da ogni regione d’Italia ha stupito anche me, ho dovuto chiedere scusa per aver preso “solo” la sala più grande che avesse a disposizione il Centro Congressi Cavour, ma sinceramente pensavo che il 30 dicembre fosse data che ci avrebbe privato di qualche partecipante, dettata dal precipitare degli eventi e dallo scioglimento in pieno periodo festivo. Le persone si sono accalcate in ogni area disponibile (c’era anche un gruppo “ultimi banchi” alle spalle del palco da cui si parlava, capitanato da Saimir Zmali e Giovanna Arminio , con la presenza vigile di Sabino Sabini e Marco Fasulo ) e alla fine quando votavamo sembrava quasi un rave party. Ma insomma, abbiamo votato e deciso il nostro futuro prossimo.
L’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia ha approvato senza astensioni o voti contrari la linea politica: da soli alle elezioni, obiettivo 3%, nessuna alleanza pre-elettorale. Gianfranco Amato nella sua relazione che ha preceduto il voto lo ha ribadito: “Mai con chi ha tradito i Family Day, mai con chi neanche andava in aula quando c’erano da votare le leggi contro la vita”. Nicola Di Matteo da bravo coordinatore nazionale ha retto le svariate ore di assemblea con grinta e il noto richiamo a “stare sul territorio” che io ormai definisco “dimatteismo”. Bello sentire Filippo Grigolini tratteggiare l’esperienza-modello di Verona (3% già superato di slancio alle amministrative, con punte del 5.8% alle circoscrizionali), gli uomini del sud Raffaele Adinolfi e Alberto Agus spiegare la fatica particolare che si fa in queste zone d’Italia martoriate da una povertà vera tratteggiata anche da Giovanna Arminio . E poi Boback Falamaki , persiano ma anche milanese, Joseph Brie che cita il saluto di padre Giacobbe Elia e Massimiliano Amato che fa lo stesso con quello di don Pasquale di Palo del Colle, l’applauso tributato al coraggio di don Ottorino Baronio presente in assemblea. Il pragmatismo di Militanza Digitale rappresentata dal palco da Guido Mastrobuono (a proposito, visto il lavoro di Alex Ziino Finori e Massimiliano Esposito sul nuovo video di MD3.0?), lo splendido pullman dei pugliesi di Enzo Fortunato , i toscani con Gabriella Mailia, Stefano Sígali e Anna Del Guerra, le ragazze al tavolo delle iscrizioni guidate da Anna Ciappa e Sara Deodati , i bresciani con Sara Prandini , la vasta rappresentanza piemontese e veneta (non metto i tag perché Facebook ne limita l’uso e li finirei solo con voi e i romani, gli amici della mia città capiranno anche loro), i campani di Giuseppe Focone e Paolo Buonaiuto , Corrado Salonia che ha preso per la prima volta in vita sua l’aereo da Catania superando la paura scoprendo che pure Massimo Dal Passo è vergine al battesimo dell’aria anche se arriva da Bergamo, i friulani primi a far arrivare le griglie perfette e complete grazie a Lanfranco Lincetto . Gli umbri di Marco Pennetti e Claudio Iacono , dall’Emilia Romagna tantissimi con Elena Bentini e Mauro Turrini, gli abruzzesi di Simona Lupi , Federica Lupi , Patrizio Alessandrini , Giovanni Marcotullio fino ai liguri di Nino Iraci.
Ogni accento, storie diverse. Ma alla fine, la sensazione di una grande unità, che questo Pdf è davvero prima di tutto una famiglia e infatti per tutta la giornata ci siamo chiamati: fratelli. Abbiamo scelto di lavorare ora concretamente per riuscire a farci conoscere dal 90% di italiani che neanche sa cosa sia il Popolo della Famiglia. Abbiamo dei sostenitori, abbiamo dei detrattori. Ma soprattutto c’è chi non ci ha mai incontrato. Ora anche grazie al lavoro della commissione programma guidata da Fabio Torriero genereremo argomenti per parlare con tutti. E, a proposito, Torriero ha annunciato che si candiderà con noi. Lo stesso ha fatto con grande generosità Silvana De Mari: sarà candidata del Popolo della Famiglia al Senato. Una donna che è stata messa sotto processo per le sue idee avrà un popolo a difenderla.
Perché alla fine questo noi siamo. Un popolo a presidio della libertà di tutti, a difesa dei nostri figli e del futuro della nostra nazione. Ora, a noi la battaglia. A Dio la vittoria.