GENDER, PERCHE’ DOBBIAMO ESSERE NETTI

22 Dicembre 2016 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Avvenire affida a Luciano Moia un articolo preoccupato sulla copertina del National Geographic inneggiante alla “gender revolution” parlando di “bambini sbattuti in prima pagina” e aggiungendo: “Casi clinici vengono strumentalizzati per sostenere la necessità di superare la «binarietà» maschile femminile”. Giustissimo, articolo pregevole, Avvenire si accorge della copertina del National Geographic dieci giorni dopo La Croce, ma va bene così. Noi siamo preoccupati proprio della stessa cosa, usano i bambini e la finalità è abbattere la dicotomia maschile-femminile per appannare anche il ruolo decisivo di paternità e maternità, legittimando così l’omogenitorialità. Complessivamente si cerca di far prevalere l’idea di libertà derivante dall’autodeterminazione rispetto a qualsiasi considerazione dovuta alla verità, anzi contrapponendo proprio la libertà alla verità, con conseguenze che noi giudichiamo devastanti sulla società tutta intera.
Dunque, bene Avvenire nella giornata che decide di dare il colpo alla botte. Se però questa arriva dopo le giornate in cui si definiscono di “lucida chiarezza” le parole di Valeria Fedeli, che del gender è un’ideologa tanto da aver scritto e presentato come prima firmatario il disegno di legge numero 1680 intitolato “Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole” (e basta leggerlo per capire dove va a parare), legittimandola e non sostenendo la richiesta di dimissioni del Popolo della Famiglia dopo le menzogne rifilate dalla pinocchia al paese, allora la battaglia contro il gender viene indebolita. Se si scrive che gender è una “parola-slogan” utilizzata da un branco di fanatici esagitati, allora due giorni dopo non puoi fare l’articolo allarmato per le copertine gender del National Geographic.
Delle due l’una: o l’ideologia gender ti preoccupa caro quotidiano della Conferenza episcopale italiana, oppure no. O “gender” è l’espressione di una “guerra mondiale”, come ha affermato Papa Francesco, oppure è “una parola-slogan” che il Popolo della Famiglia brandisce per amor di radicalismo. O la battaglia la si fa sempre, ogni giorno, con preoccupata costanza, o la giornata del colpo alla botte si palesa immediatamente evidente lasciando tutti con un sorriso amaro dipinto sul volto. No, davvero non è tempo di ambiguità e cerchiobottismi, quella del gender è un’emergenza vera e concreta, più cha mai nelle scuole, più che mai dopo la scellerata approvazione del ddl Cirinnà su cui pure gli equilibrismi dialettici di Avvenire hanno avuto il loro peso (indimenticabile le distinzioni di lana caprina tra diritti matrimoniali e diritti patrimoniali, si sono presi quelli e quelli). La Conferenza episcopale italiana e il giornale di cui ripiana i debiti obbligando le parrocchie all’abbonamento avrebbero dovuto con forza sostenere la stagione dei Family Day, contrastare le operazioni normative che hanno aperto autostrade all’ideologia gender, ora combattere i sostenitori di tali folli teorie che puntano a strumentalizzare bambini e studenti, a partire dall’attuale indegno ministro della Pubblica Istruzione. Questo avrebbero dovuto fare e non l’hanno fatto e davvero non si capisce cosa abbiano ottenuto in cambio.
Ora non pulitevi la coscienza con un articolo contro il National Geographic, sembra una di quelle campagne vostre tanto “politically correct” in cui il nemico non è pericoloso e comunque lontano. Sfidate i potenti d’Italia, quelli che pensano di tenervi sotto ricatto con i soldi alle scuole cattoliche e il ruolo degli insegnanti di religione, sapendo che solo agendo da persone libere vi rispetteranno. Facendovi pecora, il lupo vi si mangerà e quelli li conosco bene, sono lupi davvero. Se volete fermare il gender dovete fermare i politici che ne sono i sostenitori, più che mai se arrivano al governo. Valeria Fedeli e le sue menzogne agli italiani vanno fermate. Contro i lupi, cari colleghi di Avvenire, battetevi come leoni altrimenti il tempo in cui vi azzanneranno per sbarazzarsi anche di voi non è lontano.